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Quando arriverà l'immunità di gregge?


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Si chiama Herd Immunity o immunità di gregge, quella situazione in cui il contagio del Virus diventa ormai impossibile e tende a spegnersi grazie alla presenza di sufficienti anticorpi nelle persone, anticorpi formati sia grazie al vaccino sia in seguito alla contrazione della malattia. In questi giorni, gli analisti di tutto il mondo si stanno concentrando su un numero: quanti anni impiegheranno i vari paesi ed il mondo a raggiungere l’immunità di gregge cosi da poter decretare l’addio a Mr Covid19, ancora fortemente intenzionato a farci compagnia per un po’, cambiando maschera e caratteristiche virali in modo molto veloce.

Lo anticipo, i numeri non sono incoraggianti.

In media, il mondo impiegherà 7 anni a raggiungere l’immunità di gregge. Ma a volte con le medie si ha una percezione distorta della realtà. Meglio analizzare i singoli casi non solo per avere un’idea molto più precisa, ma soprattutto per capire quali saranno le nazioni che torneranno prima alla normalità, sempre che “nuove varianti” del virus non finiscano per rallentare ulteriormente il processo in corso

In testa Israele che in pochi mesi raggiungerà il target. Segue la Gran Bretagna, che, ai tassi attuali riuscirà ad immunizzare il 75%-80% della popolazione entro la fine dell’anno. Ci sono poi gli Stati Uniti d’America. All’interno degli Stati Uniti è prevista una tempistica non uniforme per le vaccinazioni. Alcuni stati impiegheranno meno di un anno (Hawaii, Connecticut e California) mentre altri impiegheranno più mesi. La Florida raggiungerà la Herd immunity tra 13 mesi, il Texas tra 14 e New York in 18 mesi.

Mamma mia! 18 mesi !? Tantissimi.

Nulla se confrontati al tempo che impiegherà l’Italia (poco meno di 3 anni) la Germania (poco più di 3 anni) e la Francia (quasi 4 anni). Per non parlare del Canada che ai ritmi attuali impiegherà oltre 9 anni. Questi dati e simulazioni sono fatte sulla base dei dati aggiornati al minuto da Bloomberg, al momento la fonte più attendibile per le statistiche sul Covid19.

Scopo di questa analisi è quella di capire, in base alle tempistiche sopra descritte, dove si muoveranno i flussi di investimento. Ritengo si debba continuare ad essere bullish sul dollaro e sulla sterlina. Una view positiva, almeno in termini relativi è da esprimere sui titoli USA e su quelli della Gran Bretagna, con particolare riferimento al comparto delle MidCap, più esposte al business locale.

C’è poi la questione Europa. I mercati stanno scontando un ritorno molto veloce alla normalità. Ritorno che al momento non sembra supportato dai numeri sulle campagne vaccinali. La simulazione fatta sopra potrebbe essere distorta da fattori positivi e negativi. Tra i fattori “positivi”, potrei elencare i contagi naturali. Quanto più si diffonde il virus in un paese, tanto più gli abitanti dello stesso che hanno contratto il virus acquistano l’immunità, almeno temporanea. In questo la Gran Bretagna è “campionessa d’Europa”. Al contempo, la presenza di varianti potrebbe ridurre l’efficacia dei vaccini e quindi rallentare nel tempo il raggiungimento dell’immunità di gregge. Per questo motivo che paesi come la Gran Bretagna si stanno già organizzando per evitare che le nuove varianti contaminino l’isola. Dal 15 febbraio chiunque provenga dalle aeree a rischio è obbligato a stare per 10 giorni in quarantena in un Hotel a spese del governo. Tale provvedimento darà il colpo di grazia alle compagnie aeree. In pochi, pochissimi viaggeranno.

 
 
 

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