Una spinta dietro l'altra.
- Zeno Zeni
- 11 nov 2020
- Tempo di lettura: 4 min
L'evento politico più atteso dell’anno è passato. I risultati non sono ancora definitivi a causa del riconteggio dei voti, delle cause legali di Trump e dei ballottaggi in Georgia per due seggi al Senato; ma i risultati sono abbastanza in linea con le aspettative: Biden presidente e i Repubblicani che mantengono il controllo del senato.
La «blue wave» dei democratici, che i sondaggisti avevano predetto avrebbe spazzato via le elezioni americane del 2020, non è mai arrivata.
I mercati finanziari hanno reagito positivamente al risultato delle elezioni, interpretate come l'ideale bilanciamento di potere che impedirà ai democratici di implementare a pieno la loro agenda nel senso di limitare una spesa eccessiva, ma anche l'imposizione di forti aumenti sulle imposte sulle reddito, sulle aziende e/o sulle plusvalenze. È ragionevole aspettarsi che sotto Biden le due parti saranno in grado di arrivare a un compromesso su ulteriori stimoli fiscali per venire in contro agli effetti della pandemia. L'entità sarà minore del pacchetto multi-miliardario proposto dai democratici, ma comunque abbastanza ampio da supportare i consumatori e le aziende fino a quando la ripresa non sarà completa.
A livello nazionale, l'amministrazione Biden sposterà il focus sull’implementazione delle tematiche ambientali e quindi le compagnie che operano in questi campo continuerebbero ad essere favorite. L’altro step significativo della campagna di Biden, la risposta alla pandemia, sarà trattato più avanti alla luce delle notizie su un potenziale vaccino.
A livello internazionale, la fine dell'era Trump porterà ragionevolmente a un atteggiamento meno conflittuale degli Stati Uniti nei confronti degli altri paesi, e questo potrebbe portare in futuro a una rivalutazione dei mercati non statunitensi.
L'unico sviluppo che potrebbe cambiare lo scenario sono i due ballottaggi in Georgia per il Senato che si terranno a Gennaio 2021. Il margine di vittoria dei due candidati repubblicani potrebbe essere di poche migliaia di voti.
Se i risultati preliminari dovessero essere invertiti e se i democratici dovessero vincere entrambi i seggi, il presidente Biden sarebbe in grado di controllare la camera alta 50-50 per gentile concessione di Kamala Harris, il suo vicepresidente, esprimendo un voto decisivo.
Se questo dovesse accadere, i democratici controllerebbero sia la presidenza che il Congresso e sarebbero in grado di implementare a pieno la loro agenda. Nel breve termine i mercati azionari potrebbero reagire positivamente in quanto ci si concentrerebbe probabilmente prima sulla spesa aggiuntiva che potrebbe essere approvata, ma questo potrebbe comportare a tendere un’inflazione più alta, tassi d’interesse più alti e un dollaro più debole.
La seconda spinta dei mercati finanziari è arrivata dalla notizia di un vaccino molto efficace sviluppato da Pfizer e BioNTech che, secondo i risultati preliminari, potrebbe fermare la diffusione del virus nel 90% dei casi. Si stima che se il vaccino riceverà l’approvazione di emergenza entro al fine di novembre e 25 milioni di persone potrebbero essere vaccinate entro fine anno e 650 milioni nel 2021. Questo potrebbe essere un punto di svolta per una ripresa più rapida del previsto dalla pandemia, che sta ancora imperversando in gran parte del mondo.
I più grandi beneficiari del vaccino potrebbero essere i titoli ciclici, che stanno sottoperformando il resto del mercato dall’inizio della pandemia, mentre alcune delle azioni growth, che sono state sostenute dagli investitori e hanno raggiunto livelli di valutazione altissimi, potrebbero essere vulnerabili nel breve termine. Se confermato, l’America potrebbe sottoperformare nel breve termine a causa dell’importante presenza di titoli tech nell’S&P500. Al contrario, l’Europa potrebbe essere il paese che trarrebbe maggior vantaggio dalla scoperta di un vaccino, in quanto i settori ciclici sono più rappresentati qui che in altre regioni e anche perché gli indici locali sono stati svenduti recentemente a causa dei lockdown parziali imposti nelle scorse settimane. Le performance dei mercati emergenti potrebbero trovarsi in una situazione di mezzo, in quanto da un lato beneficerebbero dalle aspettative di un recupero più veloce delle aspettative, ma dall’altro i mercati emergenti, l’Asia in particolare, sono stati mento impattati da questa seconda ondata di contagi e quindi hanno meno margine di ripresa. A conseguenza di quanto sopra, i mercati sono rimbalzati nettamente nella scorsa settimana, grazie anche a un posizionamento cauto con l’approcciarsi delle elezioni. I due risultati positivi uno dopo l'altro hanno quindi costretto i partecipanti al mercato ad aprire nuove posizioni lunghe o chiudere le loro posizioni corte, portando i mercati a nuovi massimi storici almeno in termini di dollaro americano. Poiché i mercati azionari erano già scambiati a valutazioni elevate prima delle elezioni, la recente stretta ha diminuito il rialzo lasciato per l’intera asset class ma, come evidenziato sopra, ci sono ancora opportunità.
Per quanto riguarda il fixed income, i recenti sviluppi potrebbero portare a una certa pressione sui tassi a lungo termine, la parte breve delle curve dovrebbe rimanere sui livelli attuali in quanto le banche centrali dovrebbero mantenere le attuali politiche monetarie accomodanti per un periodo prolungato di tempo. Le strategie in obbligazioni governative e investment grade corporate potrebbero essere le più vulnerabili al ribasso, mentre le obbligazioni ibride, subordinate e dei mercati emergenti potrebbero comportarsi relativamente bene in quanto la riduzione dei rischi si dovrebbe tradurre in spread più bassi
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